i Murales Pancotto
Franco Mora 2010
Era un gioco con le biglie. L’obiettivo non era arrivare prima in un percorso, come nel circuito, ma nel riuscire a colpire la biglia altrui, o mandarla in buca.
Per giocare a pancotto erano sufficienti una delle tante piccole buche del Campo e un certo numero di palline di vetro. Da due o tre metri di distanza ognuno tirava la sua in direzione della buca. Iniziava il gioco chi riusciva a mandare la sua pallina dentro o che, in mancanza, ci si avvicinava di più. Misurava due palmi dalla sua pallina e dal punto raggiunto doveva colpire al volo quella più raggiungibile. Se la prendeva o la mandava in buca faceva tre punti e continuava con la successiva pallina. Se invece la mancava o faceva ciuccitte, cioè se la distanza tra le due palline era inferiore a un palmo, il punteggio non si attribuiva e doveva passare il turno. Sommando i punti di tre in tre, si arrivava a diciotto; altri tre punti ed era… pancotto! L’ultima biglia colpita diventava sua e il suo proprietario usciva dal gioco che continuava. I contrasti sorgevano quando le palline erano molto vicine e bisognava fare dei contorsionismi per tirare o quando si stirava il palmo allo spasimo per dimostrare che la distanza era a lui favorevole. La bravura del giocatore consisteva nel colpire la pallina evitando ciuccitte e nel non mandarla troppo lontano, da rendere difficile il tiro successivo. Al primo sbaglio subentrava un altro, anche egli ben intenzionato a fare tre, sei, nove, dodici, quindici, diciotto… pancotto!