Lu ciucchele (barattolo)

i Murales Lu ciucchele (barattolo)

Iago Barbieri 2016

Lu ciucchele in dialetto è il barattolo, vuoto, leggero, possibilmente ammaccato, quindi una cosa abbandonata, ridotta male, tanto che il termine veniva usato anche per indicare, ironicamente, una persona malandata: “Sì pruprie ‘nu ciucchele!” In pratica il gioco era una variante del nascondino tradizionale. L’elemnto nuovo era lu ciucchele.

Chi tanava non era più appoggiato contro il muro dove contava fino a trenta, ma in piedi al centro dello spazio del gioco, dove era stato collocato un barattolo, lu ciucchele. Intorno a lui c’erano gli altri, pronti a scappare. Uno di questi, scelto dal gruppo, tirava all’improvviso un calcio al barattolo cercando di mandarlo il più lontano possibile. A questo punto, mentre gli altri si disperdevano intorno, chi stava tanando doveva scattare per raggiungere il barattolo e riposizionarlo al centro. Solo allora poteva guardarsi intorno e se trovava qualcuno dei fuggitivi che ancora non era riuscito a nascondersi diceva tana per … Francesco, toccando con il piede lu ciucchele. Per catturare gli altri doveva andarsene in giro cercando di scovarli come nel nascondino tradizionale. Se anche ne individuava qualcuno, ma questi riusciva ad arrivare al barattolo e a toccarlo col piede prima di lui, dicendo “tana per me”, la cattura non aveva luogo. Lo stesso valeva se erano stati catturati più giocatori e uno di quelli liberi riusciva a raggiungere il barattolo, toccarlo col piede e gridando: tana libera tutti!