Giochi di guerra

i Murales Giochi di guerra

Iago Barbieri 2006

Se avessimo potuto indossare per un momento tutti i giocattoli riconducibili ad armi saremmo stati più armati di un marine in missione di sabotaggio. Tra queste non poteva mancare il nostro bel fucile, nu fucelatte per la verità, un fuciletto per l’appunto, anche se più simile a quello del Grande Blek, a colpo unico, che a quelli a ripetizione dei tempi moderni. Però il suo nocciolo di ciliegia lo sparava lontano. lo schioppo lo facevamo noi: bum, bam, divenuto bang, bang quando cominciammo a leggere i fumetti e si aggiungeva al toc che faceva lo scatto. era costruito ingegnosa- mente. Ci serviva poco: una canna da mezzo metro e un rametto fino di nocciòlo, ulivo o “sanguinella” (corniolo sanguinello), una pianta molto flessibile ed elastica che usavamo anche per costruire gli archi e un piffero speciale che ci aveva insegnato a fare un pastore di passaggio per la transumanza. Agli estremi della canna si praticava da un lato un buco per fermare un arco di sanguinella, e dall’altro un’asola di circa dieci centimetri dentro la quale l’arco poteva scorrere e a scatto sparare all’esterno un piccolo proiettile. le altre due armi da fuoco erano Lu scuppatte e la pistola.