i Murales Cavallina
Damiano Valbusa 2016
Si poteva giocare in tanti o in pochi. Il primo giocatore si piegava appoggiando le mani sulle ginocchia. Il secondo partiva di corsa, scavalcava il compagno appoggiando le sue mani sulla schiena e allargando le gambe. Poi, a qualche metro di distanza assumeva la stessa posizione del precedente. Il terso giocatore partiva e scavalcava i due che lo avevano preceduto. E così via gli altri. Il giocatore partito per primo, alla fine del salto di tutti gli altri, si trovava ad essere l’ultimo e il primo a scavalcare di nuovo tutti i compagni che lo avevano preceduto. Si poteva andare avanti all’infinito.