Gli Artisti Dino Fiorini
Omaggio al pittore candido Dino Fiorini
Si alternano ora abbassate ora turrite neo-simil-tendopoli ad ali di coppi pendenti quasi strani uccelli raffigurazioni in movimento svolazzanti abiti talari multicolori. Ora serie o quasi buffe si guardano strane dalle ambigue finestre con cauta diffidenza. Sembrano iniziare lente incaute timide danze e persino prendere il volo meta l’infinito. Corpulente comari evidenziano all’aperto i loro mestieri. Isole megalopoli rabbuiati luoghi di incomunicabilità umana si contrappongono alle serene cassette dove l’essere ha ancora la parola. Tutto è dipinto un’armonia di canti dove cieli e spazia armonizzano stupori.
Il candore muove la fiaba dell’istinto nei palpiti del cuore.
Nevio Iori
Percorso attraverso i ricordi e il colore. Nasce nel 1942 a Fabbrico (Reggio Emilia) dove risiede. Opera nell’ambito del naifs. Nel corso della sua ricerca artistica ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti, tra cui si ricorda la medaglia d’oro del museo dei naifs assegnatagli nel 1992 alla venticinquesima rassegna nazionale dei naifs italiani di Luzzara.
Fiorini partecipa all’importante rassegna dal 1980 qua al 2003 oltre a prendere parte a tutte le mostre itineranti che la stessa organizza nelle varie Città italiane. Nel 1991 ventiquattresima rassegna acquisizione al museo dell’opera, ” Alla ricerca di valori della vita” , olio su tela 50 x 80 cm (catalogata al n.152). Nel 1992, venticinquesima rassegna, acquisizione al museo dell’opera metropoli di notte, olio su faesite a 60 x 95 cm (catalogata al n. 160). Nel 1996, ventinovesima rassegna, acquisizione al museo dell’opera in creta “La Gigia” ha (catalogata al n.192). Attraverso la sua comunicazione visiva di forte tensione simbolica, affronta di angoscianti problemi del nostro tempo spostando l’attenzione sulla Città, o meglio sulla metropoli, o che incombono pericoli di inquinamento e di distruzione e dove l’uomo, in una moltitudine disorganica, accresce il proprio isolamento.
Chi conosce Dino Fiorini sa che dipingere, per lui, è un modo di esprimersi, di comunicare, di fare partecipi gli altri delle proprie nascoste emozioni. I personaggi e gli oggetti che Fiorini ritrae appartengono al suo mondo, da sempre, e li ama profondamente. La famiglia, il vicinato, gli amici, la casa, i giochi infantili: questi sono gli elementi che ricorrono miei dipinti dell’artista, che continua a trovare sempre nuove prospettive per rappresentare questo suo mondo incantato della nostalgia, dove si muovono i ricordi degli anni più belli, le stagioni delle sue fantasie fanciullesche, dove la sua pittura si rifugia quotidianamente alla ricerca di una tranquillità sempre sognata. L’atmosfera delle sue composizioni serena, i valori umani ripristinati, l’artista allinea le sue donnine con grandi sottane, coperte da quel grembiule che ricordano tanto le norme di un tempo, i suoi personaggi bonari e un oscuro di bambini, intenti alle occupazioni e ai giochi tutti giorni. Fiorini si lascia guidare dal sentimento e la sua pittura assume il ruolo della realtà quotidiana facendo così trasparire la semplicità e la spontaneità che racchiude in sé.
“Franco Mora”
Fiorini è un pittore onirico e fantastico; un poeta che dipinge paesaggi immaginari, la poesia che leggiamo nel suo messaggio, nei suoi racconti, appaiono quasi contraddittori con le figure di donne; donne dall’aspetto delle matrioske russe e delle resdore emiliane degli anni anteguerra. Le emozioni che Fiorini realizza si riferiscono al ricordi della sua infanzia (arricchite da sogni e di colori). Un’infanzia certo non molto felice del periodo pre e post bellico, dove la miseria e le rinunce albergavano e riempivano le case dei più. Fiorini, ripeto, è un pittore naifs originale e singolare di grande sensibilità artistica umana. Pittore particolare nelle sue creazioni e soggetti dei temi inconfondibili fantastici. Sognatore, che crea senza influenza di maestri capiscuola ai quali fare riferimento, vive nel suo mondo ed esalta con i suoi dipinti pieni di significato il ruolo della figura della donna. Donna e madre, punto universale ed insostituibile di vita e di presenza. Osservando le opere di Fiorini sono rimasto fortemente impressionato, per le sensazioni e le emozioni provate; sensazioni che chi vincolano ad una lettura attenta dei suoi quadri realizzati da pittore di buon livello artistico e che presento con piacere come uomo, come artista e poeta.
“Renato Bolondi”
Nei suoi quadri troviamo paesaggi spicchi di natura padana, con qualche figura che si aggira in un ambiente di inusuale e evanescenza. Curioso e insieme inquietante è notare come i suoi quadri sono privi di alberi: una lancia spezzata contro l’inquinamento di cui in modo garbato, denuncia le conseguenze. In lui troviamo i caratteri costanti dei pittori naifs: l’amore e la natura, la semplicità degli elementi decorativi, la festosità del colore, il gusto primitivo del racconto.
“La Gazzetta di Reggio”
Ogni artista ritrae un mondo, lo abbocca per cogliere l’essenza. Forme, colori, luci, ombre, prendono vita: oggetti, persone, luoghi, situazioni, eventi, comunicano una realtà vissuta interpretata nella magia del segno. Segni limpidi, lineari, chiari, tratteggiano l’opera pittorica di Dino Fiorini, pittore di Fabbrico dove vive e lavora, che coglie il ritmo di un passato ricco di tematiche importanti presenti ancora oggi. Guardare le tele di Fiorini è immergersi nella magia del colore, è tuffarsi nel mondo dell’infanzia (quando agli occhi del bambino tutto è puro, incontaminato), e riandare con la memoria agli antichi mestieri, al silenzio, alle attese delle donne, ai minuziosi oggetti descritti con ordine e precisione in una composizione equilibrata ed armonica.
“Cristina Bigi”
L’avvio alla pittura di Dino Fiorini poteva far supporre la ricerca in direzioni diverse, dovuta alle incertezze tecniche che, a differenza di molti naifs e gli tenta tutt’oggi di superare attuando attraverso la difficile miscelazione dei colori, che è evitata proprio per specifiche incapacità dalla maggioranza dei naifs. C’è da riconoscergli, a distanza di anni, il suo graduale procedere negli accampamenti di neo-simil-tendopoli di case e torri a cuspide trapassate da un portone con poche finestre alle fronti, poiché la forte pendenza dei tetti a coppi o tegole, impediscono aperture ai lati: il tutto assume un atteggiamento a muoversi, a danzare, quasi come se da oggetti divenissero animate per acquisire una loro particolare suggestione.
“Nevio Iori”
Premi Nazionali
Premio Città di Varenna (Como)
Fiera dei cavalli Castelnuovo di Sotto (Reggio Emilia)
Città di Parma
Città di Sabbioneta (Mantova)
Città di Pistoia
Biennale Ettore Campanili Canossa (Reggio Emilia)
Concorso internazionale Città di Pesaro
Premio internazionale S.Giovanni Bono (Milano)
Biennale Città di Soliera (Modena)
Concorso Reggio per le sue Piazze (Reggio Emilia)
Gran Premio Nazionale Città di Moglia dal 1990 al 2005