i Murales Peccatt o magnaterra
Dino Fiorini 2010
Magnaterra era uno dei giochi in cui potevamo tirare fuori, nel pieno rispetto delle regole stabilite, la nostra dispettosità e anche una buona parte di sadismo. Si poteva giocare in molti, uno solo era chi perdeva. e a lui toccava… mangiare un po’ di terra, quanta dipendeva dall’intensità con cui gli altri giocatori avevano battuto i loro tre colpi. Si giocava su terra. C’erano tre fasi: quella del lancio del coltello, la conficca del paletto sul terreno e la sua estrazione fatta con i denti. In pratica ognuno a turno lanciava il coltello al quale doveva far fare una piroetta per aria; se si conficcava a terra il tiro era valido altrimenti perdeva un giro. le modalità di lancio erano molte: con il palmo aperto, col dorso del pugno, col pugno chiuso rivolto in alto, con il coltello appoggiato tra l’indice e il mignolo, dorso in basso, con la punta sull’indice sinistro e manico sopra con il destro, e poi di seguito appoggiato al gomito, alla spalla, alla punta del naso. Se il coltello si conficcava molto inclinato, il tiro era valido solo se l’estremità del manico rimaneva distante da terra almeno tre dita. Finiti i lanci e dichiarato il perdente si procedeva a conficcare a terra un picchetto appuntito alto quattro dita, che a turno ogni partecipante doveva battere col manico del coltello, per tre colpi, con l’intento di conficcarlo il più possibile nel terreno. Il luogo veniva scelto dal primo classificato. A quel punto il perdente, pancia a terra, doveva cercare di afferrare con i denti l’estremità sporgente e tirarlo fuori cosa molto più semplice a dirsi che a farsi, perché spesso non sporgeva nulla.